giovedì 4 dicembre 2014

Musicoterapia, educazione musicale o...


Nido per bambini dai tre mesi ai tre anni -bilinguismo, musicoterapia, pediatria, cucina intena, pedagogista, psicologa...

...è ciò che leggo in un'inserzione sulle pagine bianche e resto sorpresa. perché mai dei bambini dai 3 mesi ai 3 anni dovrebbero fare musicoterapia e/o avrebbero bisogno di un musicoterapeuta? Sono malati, disabili, portatori di handicap, con problemi psichici, comportamentali e/o relazionali? Se mai dovessimo essere in presenza di un problema specifico e diagnosticato la musicoterapia non si farebbe al nido -così come al nido non si fa logopedia!- poichè richiede al musicoterapeuta di lavorare in un' équipe riabilitativa ove si condividono e si perseguono obiettivi terapeutici e un progetto, utilizzando un definito per l'intervento. Solo in questo caso il musicoterapeuta impiegherà la musica e le sue componenti costitutive - il suono, il silenzio, il ritmo, il movimento- come risorse essenziali per il conseguimento di obiettivi terapeutici, tanto a livello psicologico che a livello fisico.
La musicoterapia è, infatti, definita "disciplina scientifica" che si affianca ad altre di tipo medico, psicologico e riabilitativo in un quadro di presa in carico globale del paziente; non si pone tra gli obiettivi l'apprendimento musicale, bensì la costruzione di una relazione attraverso la quale il paziente recupera le sue parti sane.
L'attività musical,e pertanto, non è terapeutica in se stessa, poiché la musica è naturalmente stimolatore di comportamenti diversi, è attivatore emotivo, è recupero di ricordi, è creatività e immaginazione... ma diventa terapeutica solo quando è utilizzata all'interno di un processo musicoterapico con obiettivi terapeutici, riabilitativi e/o preventivi, che scaturiscono il rapporto terapeuta/paziente in una situazione predisposta a tal fine. La musica che cura incontra i bisogni e le carenze della persona in difficoltà (es: quali sono i suoni che aiutano l'autistico a tirarsi fuori dall'isolamento, che lo porteranno a girarsi, a cercare e a guadare la fonte sonora? Qui l'obiettivo terapeutico è l'apertura del canale comunicativo).
Al nido allora non si fa musicoterapia e non si fa nemmeno educazione musicale, le cui componenti fondamentali sono proprie dell'insegnamento e dell'apprendimento sonore-musicale.
L'educazione musicale, infatti, si propone di trasmettere concetti e abilità propri di una specifica disciplina, attraverso interventi didattici mirati e, poiché l'apprendimento delle nozioni teoriche è l'ultimo momento di un processo che inizia da esperienze pratiche vissute dai bambini a livello sensoriale, allora all'interno del nido non si possono/devono attivare degli interventi di educazione musicale.

Maria Teresa Nardi

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