lunedì 5 gennaio 2015

La musicoterapia come strumento d’aiuto per i bambini autistici

La musica pare abbia un ruolo preponderante nello sviluppo dei bambini, non solo per quelli “sani”, ma anche e soprattutto per chi presenta una patologia a livello neurologico, fisico e/o psichico, come l’autismo. Diversi studi hanno, infatti, dimostrato che il bambino autistico mostra una certa propensione verso la musica e che il suono e il ritmo possono migliorare le loro capacità comunicative e il loro comportamento verso se stessi e verso gli altri. La Federazione Mondiale di Musicoterapia (WFMT) sottolinea che “La Musicoterapia è l'uso della musica strutturata e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia, armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente singolo o con un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la relazione, l'espressione, la comunicazione, l'apprendimento, la motricità, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi preventivo-terapeutico-riabilitativi, al fine di soddisfare i bisogni fisici, emozionali, mentali, sociali e cognitivi […]”.

 L’intervento musicale con i bambini autistici può avere diverse finalità e può essere organizzato in diversi modi. Se l’obiettivo è quello di lavorare sul loro mondo affettivo e relazionale, allora saranno proprio loro a elaborare e portare avanti l’intervento con i propri comportamenti e le proprie azioni. Oppure l’intervento può essere volto all’apprendimento e all’acquisizione di competenze musicali, ad esempio imparare ad usare uno strumento. In particolare, si parla di tre tipologie di tecniche utilizzate nella terapia con la musica, quelle di tipo ricettivo, che prevedono l’ascolto di brani musicali di ogni epoca e stile e che consistono nell’osservare la reazione del bambino alla melodia; e le tecniche attive, strettamente legate alle precedenti, ovvero “sono composte dall’unione dei suoni musicali con le parole.
La musica stimola la reazione verbale o vocale e quindi il desiderio di riprodurre con la propria voce la melodia” (R. Pani, F. Assente, “Convivere con l’autismo. Contributi psicodinamici e strategie educative”, 2006). Infine, si parla anche di musicoterapia integrata, che unisce musicoterapia attiva, ricettiva e altre tecniche, come il training autogeno, lo yoga, le tecniche di visualizzazione o la fantasia guidata. Il canto, la danza, l’uso di strumenti rappresentano, dunque, delle metodologie in mano al bambino per sentirsi a proprio agio, nelle sue espressioni corporee e linguistiche, per esprimere e percepire le proprie emozioni e i propri stati d’animo attraverso una “tecnica non verbale”. Grazie alla musica, il mondo esterno riesce a penetrare finalmente nella mente del bambino autistico. Per permettere tutto ciò, il terapeuta dovrà assumere un ruolo non direttivo o semidirettivo e creare un ambiente che sia il più possibile tranquillo, non caotico, in modo che i suoni possano essere ben ascoltati e compresi e in modo da creare una certa continuità e regolarità per il bambino.



1 commento:

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