La musicoterapia come strumento d’aiuto per i bambini autistici
La musica pare abbia un ruolo
preponderante nello sviluppo dei bambini, non solo per quelli “sani”,
ma anche e soprattutto per chi presenta una patologia a livello
neurologico, fisico e/o psichico, come l’autismo. Diversi studi
hanno, infatti, dimostrato che il bambino
autistico mostra una certa propensione verso la musica e che il suono
e il ritmo possono migliorare le loro capacità comunicative e il
loro comportamento verso se stessi e verso gli altri.
La Federazione Mondiale di Musicoterapia (WFMT) sottolinea che “La
Musicoterapia è l'uso della musica strutturata e/o degli elementi
musicali (suono, ritmo, melodia, armonia) da parte di un
musicoterapeuta qualificato, con un utente singolo o con un gruppo,
in un processo atto a facilitare e favorire la relazione,
l'espressione, la comunicazione, l'apprendimento, la motricità,
l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi
preventivo-terapeutico-riabilitativi, al fine di soddisfare i bisogni
fisici, emozionali, mentali, sociali e cognitivi […]”.
L’intervento musicale con i
bambini autistici può avere diverse finalità e può essere
organizzato in diversi modi. Se l’obiettivo è quello di lavorare
sul loro mondo affettivo e relazionale, allora saranno proprio loro a
elaborare e portare avanti l’intervento con i propri comportamenti
e le proprie azioni. Oppure l’intervento può essere volto
all’apprendimento e all’acquisizione di competenze musicali, ad
esempio imparare ad usare uno strumento. In particolare, si parla di
tre tipologie di tecniche utilizzate nella terapia con la musica,
quelle di tipo
ricettivo, che
prevedono l’ascolto di brani musicali di ogni epoca e stile e che
consistono nell’osservare la reazione del bambino alla melodia; e
le tecniche attive,
strettamente legate alle precedenti, ovvero “sono composte
dall’unione dei suoni musicali con le parole. La musica stimola la reazione
verbale o vocale e quindi il desiderio di riprodurre con la propria
voce la melodia” (R. Pani, F. Assente, “Convivere
con l’autismo. Contributi psicodinamici e strategie educative”,
2006). Infine, si parla anche di musicoterapia
integrata, che
unisce musicoterapia attiva, ricettiva e altre tecniche, come il
training autogeno, lo yoga, le tecniche di visualizzazione o la
fantasia guidata. Il canto, la danza, l’uso di strumenti
rappresentano, dunque, delle metodologie in mano al bambino per
sentirsi a proprio agio, nelle sue espressioni corporee e
linguistiche, per esprimere e percepire le proprie emozioni e i
propri stati d’animo attraverso una “tecnica non verbale”.
Grazie alla musica,
il mondo esterno riesce a penetrare finalmente nella mente del
bambino autistico.
Per permettere tutto ciò, il
terapeuta dovrà assumere un ruolo non direttivo o semidirettivo
e creare un ambiente che sia il più possibile tranquillo, non
caotico, in modo che i suoni possano essere ben ascoltati e compresi
e in modo da creare una certa continuità e regolarità per il
bambino.
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